Forse non tutti sanno che...

 

 

... la pipa Dry System viene lanciata sul mercato nel 1981, dopo molti anni di ricerca per individuare gli aspetti negativi dei sistemi preesistenti, in modo da migliorarli. La perseveranza diede i suoi frutti dalla combinazione di serbatoio e filtro di balsa, oltre ad aver allargato il foro di fumata del bocchino, Savinelli ha così realizzato il “Dry System”, il quale è secondo noi la migliore soluzione sviluppata fino ad ora contro la fumata umida.
Il nome “dry” (asciutto) deriva dall’introduzione dei filtri in balsa nel sistema tradizionale – mentre il “system” consiste nella presenza del serbatoio forato all’interno della canna, collegato poi al bocchino con il foro in punta.
La balsa assorbe l’umidità creata dal fumo, da qui il termine “dry” system, ma se la pipa dovesse essere fumata senza la balsa, l’umida non farà altro che condensarsi e verrà “intrappolata” nel serbatoio. Questa potrà essere assorbita con uno scovolino piegato.
Unite tutte queste caratteristiche e potrete capire il perché diciamo che queste sono ingegneristicamente le nostre migliori pipe.

BENEFICI:
Il largo foro in punta al bocchino consente al fumo di spargersi in modo omogeneo e non diretto sulla lingua; la sua dimensione lo rende inoltre facile da pulire e sparge il sapore del tabacco in tutta la bocca. La sua posizione rende difficile la possibilità che della saliva dalla bocca entri nel bocchino.
Il bocchino curvo consente alla pipa di non sollecitare il peso sui denti.
L’uso opzionale del filtro di balsa assorbe ogni eccesso di umidità senza interferire sul sapore del fumo.
Il bocchino è ben saldo all’interno della pipa e non può così staccarsi mentre è in tasca.
La vera di metallo evita che la canna possa allargarsi ed eventualmente spezzarsi nel caso dovesse immagazzinarsi troppa condensa nel serbatoio (ad esempio, nel caso in cui non venga usata la balsa).
La presenza di un serbatoio per la condensa.

IL LEGNO

Modello predefinito

La seconda possibilità è quella di creare un modello predefinito con precise proporzioni studiate a priori e con collaudate caratteristiche tecniche ed estetiche. Come ad esempio le Giubileo oro. 

Chi legge queste righe se non ha mai visitato una manifattura di pipe potrebbe immaginarsi a questo punto fantascientifici macchinari, che, una volta inserito il pezzo di radica, sfornino pipe finite, pronte da fumare e magari già impacchettate! 

Niente di più falso. Nella realtà avviene che i pezzi di radica vengono manualmente ricondotti alle giuste dimensioni tramite dei macchinari appositi

... la Punto Oro fu subito un successo alla fine degli anni ’50. La prima produzione era in due finissaggi: liscia colore rosso e sabbiata colore nero e la numerazione dei modelli riportava 4 cifre. Inoltre veniva prodotta anche nel finissaggio Corallo, una lavorazione segreta, laboriosa ed esclusiva ancora avvolta nel mistero, lasciando la radica naturale. Negli anni ’60 vennero proposte nei due finissaggi sabbiata e liscia le vere d’argento, alte e lisce, marcate 925.

IL LEGNO

Lavorazioni a macchina

Una seconda tornitura crea la canna ed infine una fresatura genera la parte inferiore del fornello. Queste sono tutte le cosiddette lavorazioni a macchina . A questo punto deve intervenire la sapiente mano dell'artigiano in almeno altre 90 lavorazioni successive.        Fra queste ne vanno però ricordate le principali.

IL PROCESSO

La raspatura

La raspatura manuale per arrotondare la base del fornello raccordandola alla canna. È inutile sottolineare che ci vogliono un' estrema precisione ed una grande sensibilità. Ci sono poi la scelta del bocchino ed il relativo montaggio, la pulitura, cioè la levigatura della superficie esterna della pipa, e la messa in pari fra canna e bocchino. Tutte le operazioni di pulitura vengono ripetute molte volte con carte vetrate sempre più sottili, al fine di rendere la superficie delle pipe perfettamente liscia

IL PROCESSO

Il colore

A questo punto la pipa deve essere colorata. I colori vengono applicati manualmente e tolti mediante delle speciali ventole. 
Infatti, non esiste il colore predefinito, ma vari colori, che sapientemente utilizzati, consentono alla venatura della radica di risaltare al meglio. 

Vi sono poi diverse cerature che danno alla pipa, tra l'altro, una omogeneità al tatto tipica solo dei prodotti di qualità. L'ultima lavorazione che voglio ricordare è la verniciatura. In questo caso esistono delle notevoli differenze fra produttore e produttore.
 
La verniciatura è la lavorazione con cui si rende la pipa lucida, fissando allo stesso tempo i colori precedentemente utilizzati. Spesso purtroppo viene usata una vernice trasparente spruzzata sulla pipa, che nasconde le imperfezioni e le stuccature, ma ha il terribile difetto di non lasciar respirare il legno.

IL PROCESSO

La radica

Dopo aver esaurito i vari passaggi della produzione parliamo di radica. Essa si acquista o in abbozzi o in placche.  Queste ultime generalmente sono di dimensioni maggiori e con una fiammatura migliore, in quanto vengono ritagliate solo dalla parte esterna del ciocco che è la più vecchia (il cuore invece è la parte più giovane e meno venata: le piante, crescono dall'interno verso l'esterno e non viceversa). 

Gli abbozzi invece sono di due tipi diversi: il marsigliese (per pipe dritte) ed il rilevato (generalmente per quelle curve). Non si deve però pensare che gli abbozzi siano necessariamente poco venati, anzi a volte se ne trovano alcuni di incredibile bellezza. Il giudizio però può essere dato solo a pipa finita e non prima.

IL PROCESSO

Finitura

Per concludere senza nulla togliere alle pipe di forma libera quando capita una pipa con modello predefinito fiammata e senza difetti ci si trova di fronte a qualcosa di unico e preziosissimo, in una pipa di forma libera si può sempre intervenire correggendo leggermente (con ovvie limitazioni) la linea mentre nel primo caso è la natura che ci dona un pezzo perfetto; le probabilità sono infinitamente minori.

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